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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), III, 12
 
originale
 
[12] Sic pudenter allocutus et paulisper hilaro vultu renidens quantumque poteram laetiorem me refingens comiter abeuntes magistratus appello. Et ecce quidam intro currens famulus: "Rogat te" ait "tua parens Byrrhena et convivii, cui te sero desponderas, iam adpropinquantis admonet." Ad haec ego formidans et procul perhorrescens etiam ipsam domum eius: "Quam vellem" inquam "parens, iussis tuis obsequium commodare, si per fidem liceret id facere. Hospes enim meus Milon per hodierni diei praesentissimum numen adiurans effecit ut eius hodiernae cenae pignerarer, nec ipse discedit nec me digredi patitur. Prohinc epulare vadimonium differamus." Haec adhuc me loquente manu firmiter iniecta Milon iussis balnearibus adsequi producit ad lavacrum proximum. At ego vitans oculos omnium et quem ipse fabricaveram risum obviorum declinans lateri eius adambulabam obtectus. Nec qui laverim, qui terserim, qui domum rursum reverterim, prae rubore memini; sic omnium oculis nutibus ac denique manibus denotatus inpos animi stupebam.
 
traduzione
 
Furono parole piene di modestia, le mie, mentre cercavo di assumere un'espressione serena e, per quanto potevo, anche di sorridere; cos? quando i magistrati se ne andarono li salutai cordialmente. Ed ecco entrare di corsa uno schiavo: ?Birrena,? mi fece ?tua madre, ti ricorda che tra poco ? l'ora del pranzo e tu, ieri sera, hai promesso di andarci.? Rabbrividii, perch? quella casa mi ripugnava ormai anche da lontano. ?Come sei cara, Birrena? risposi ?e come vorrei accettare il tuo invito se lo potessi, senza rimangiarmi la parola data; infatti, Milone, il mio ospite, si ? fatto giurare sul potente dio che si venera oggi, che io stasera sarei rimasto a cena da lui e non intende mollarmi n? permettermi che io me la svigni, perci? la promessa valga per la prossima volta.? Stavo ancora parlando che Milone mi prese decisamente per un braccio e ordinando che ci seguissero con tutto l'occorrente per il bagno, mi condusse alle terme vicine. Io camminavo tutto accostato a lui, evitando gli sguardi della gente e non volendo suscitare il riso che io stesso avevo provocato; ne mi ricordo come feci, per la vergogna, a lavarmi, ad asciugarmi e a tornare a casa, dal momento che gli occhi di tutti m'erano addosso e quei cenni, quelle mani che mi mostravano a dito mi avevano del tutto frastornato e istupidito.
 

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